di Maurizio Patriciello.
Avvenire – 10 dicembre 2017
E fu così, caro direttore e cari amici di “Avvenire”, che la montagna tentò di partorire il topolino. La “Terra dei fuochi”, stando alle parole del direttore dell’Istituto zooprofilattico mediterraneo, sarebbe una delle tante fake news che ci assediano la vita. Una notizia falsa, un problema che non esiste. Un dramma inventato a tavolino e per il quale, nel 2012, l’allora ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, sentì il dovere e la necessità di inviare un commissario straordinario, Donato Cafagna, oggi prefetto di Taranto. Il prefetto Cafagna, quindi, e i suoi due successori, sarebbero stati “commissari di niente”. Seguirono l’invio dell’esercito e, nel dicembre 2013, la legge sulla “Terra dei fuochi” e poi quella sugli ecoreati.
Fummo contenti. Capimmo subito che quelle norme sarebbero state pietre miliari, la migliore risposta ai negazionisti e ai riduzionisti che già rumoreggiavano e si preparavano a scendere in campo con aggressività. Fummo contenti, perché il nostro popolo, la gente di questa terra, non ne poteva più: “monnezza” dappertutto, colonne di fumo nero a tutte le ore, pneumatici, pellami, vernici abbandonati. Giovani che si ammalavano e morivano. Questo pezzo di “popolo sovrano” chiedeva semplicemente rispetto per i suoi diritti. Civilmente, fermamente, cristianamente. Non c’è stato in questi anni un solo tafferuglio nei cortei con decine di migliaia di persone a cui abbiamo dato vita e abbiamo partecipato.
Intanto, però, troppi politici – ai quali tocca il dovere di vigilare sulla salute e sull’ambiente – latitavano o cavalcavano l’onda solo in vista delle elezioni. Cose vecchie, noiose, mortificanti. La storia dello scempio ambientale in Campania non può prescindere da quella della camorra e dei legami che quest’ultima ha sempre avuto con il mondo della politica. A Bruxelles, dove eravamo arrivati, gli europarlamentari rimanevano esterrefatti da sottovalutazioni, inerzie, complicità. Tu, direttore, e i tuoi inviati e collaboratori siete stati testimoni oculari della nostra assurda situazione. Siete venuti, vi siete sporcati le mani e i polmoni con noi, avete visto con i vostri e i nostri occhi, avete informato onestamente i lettori. Così come quattro ministri, decine e decine di parlamentari, rappresentanti delle più diverse istituzione.
Due presidenti della Repubblica hanno invitato il sottoscritto, semplice parroco di periferia, al Quirinale. Naturalmente c’è gente che ha interesse a non fare emergere il caso e fa di tutto perché si sgonfi un’attenzione mediatica che si è fatto di tutto per cancellare. Eppure quando dalle viscere della terra gli uomini del Corpo forestale tiravano fuori schifezze di ogni tipo, che le telecamere del Tg3 riprendevano, non solo in noi sorgevano irresistibili le domande: avranno ripercussione sulla salute?
Gli ortaggi saranno contaminati? Ma le risposte tardavano a venire. Oggi la parola d’ordine è ridimensionare. Negare no, non è più possibile. Ridimensionare, si. Ed ecco il topolino emergere dalla sommità della montagna. Se il problema è la ‘monnezza della nonna’, la colpa è dei cittadini incivili, non della politica. Se invece gli italiani possono rendersi conto di come tonnellate di rifiuti industriali illegali hanno attraversato e attraversano allegramente l’Italia sotto gli occhi di tutti e senza essere bloccati da nessuno per terminare la loro corsa in un pezzo di Campania, le cose cambiano.
Pur essendo un fenomeno che purtroppo ormai si è esteso a tante altre parti del territorio italiano, la ‘Terra dei fuochi’ campana merita la più seria delle attenzioni. La camorra onnipresente e cattiva, le amministrazioni comunali che riusciva a mettere in piedi e che le obbedivano, le inchieste della magistratura e le indagini e gli scavi della forze dell’ordine, l’individuazione delle discariche abusive, i roghi tossici, il mondo del lavoro in nero, la mancata tracciabilità dei rifiuti industriali, i processi celebrati, le condanne emanate, le dichiarazioni di pentiti, la situazione in cui versa la nostra sanità, tutto questo deve essere tenuto presente nell’ affrontare il tristissimo e dolorosissimo fenomeno della ‘Terra dei fuochi’.
La politica regionale e quella nazionale debbono tenerne conto. Occorre umiltà, onestà, competenza, trasparenza da parte di tutti. E tanta gratitudine verso i cittadini che si sono dati da fare a costo zero per le casse dello Stato. Volontari che vanno ringraziati e portati come esempio ai giovani, non additati come ‘colpevoli’ di vano allarmismo. Un insulto ai morti, un’offesa a chi non si rassegna a vivere nel degrado criminale e ambientale.